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Consumi in ripresa solo nel 2014, settore moda a parte

L’Osservatorio CartaSì prevede un +2,4% l’anno prossimo ma non per abbigliamento, calzature accessori che a fine 2013 faranno segnare un -10,2%. Borghi (Federmoda): “inizio d’anno tutto da dimenticare e le prospettive non sembrano migliori. Non si può attendere oltre, siamo allo stremo delle forze”.
Ripartiranno solo nel 2014 i consumi delle famiglie italiane. E per quanto riguarda abbigliamento e calzature bisognerà aspettare ancora, visto che quest’anno e il prossimo i consumi del settore moda continueranno a segnare ”profondo rosso”. A fare i conti sulle spese delle famiglie è l’Osservatorio CartaSì sulla base dei dati sugli acquisti con carte di credito o debito internazionali. Dati che registrano inoltre un andamento negativo anche nei primi tre mesi del 2013, con un calo tendenziale dei consumi dall’11,2% a gennaio fino al crollo di -23% a marzo. Dalla ripresa dei consumi generali (nel 2014 +2,4% secondo le previsioni dell’Osservatorio) vanno però esclusi abbigliamento, calzature, accessori, insomma tutto il segmento moda. Le famiglie non riapriranno insomma il portafogli per rinnovare il guardaroba nel corso del 2013, alla fine dell’anno il crollo sarà del 10,2% sull’anno scorso. Ancora segno meno, anche se non piu’ a due cifre per il 2014, con una flessione in frenata all’8,5%.”E’ un inizio d’anno tutto da dimenticare per il settore e le prospettive non sembrano essere migliori. I consumi, soprattutto quelli del nostro comparto – rileva il presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Renato Borghi – sono fermi al palo. Il sentiment degli italiani, monitorato per Federazione Moda Italia da AstraRicerche, risulta di grande sfiducia e i nostri operatori sono allo stremo delle forze. Nuove tasse, come l’aumento dell’Iva sciaguratamente previsto a partire dal primo luglio o il pagamento del conguaglio Tares a dicembre, unitamente all’Imu – tassa sulla quale il presidente di Confcommercio e di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, ha chiesto attenzione estendendo da subito l’esenzione anche agli immobili strumentali – al costo della burocrazia e all’inarrestabile pressione fiscale reale, ora quasi al 56%, non sono più tollerabili dagli imprenditori del nostro settore. Non possiamo attendere oltre. Occorre rilanciare i consumi e bisogna farlo ora, con una coraggiosa ma ineludibile spending review”. In questo primo trimestre, l’Osservatorio CartaSì registra un calo costante delle vendite in Italia di abbigliamento, accessori e calzature, con una spesa con carta di credito pari a 1 miliardo e 146 milioni di euro, con contrazioni, rispetto al 2012, dell’11,2% a gennaio (nonostante il periodo dei saldi), dell’8,1% a febbraio, fino a raggiungere a marzo 2013 un – 23%. Quanto all’andamento territoriale, il Trentino Alto Adige (con un -3%) è la Regione che ha registrato una leggera perdita, a fronte di cali più importanti di Marche (-9,8%), Abruzzo e Molise (-11,7%), Liguria (-11,8%), Emilia Romagna (-12,8%), Lombardia (-12,9%), Veneto (-14,0%), Umbria (-14,1%) e Toscana (-14,8%). I cali maggiori sono in Sardegna (-24%), Campania (-20%), Piemonte e Val d’Aosta (-18,6%), Friuli Venezia Giulia (-17,6%), Basilicata e Calabria (-17,2%).

Fonte: confcommercio.it