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Non toglieteci la domenica. Quando lo sviluppo diventa un alibi per penalizzare la vita delle donne

Terziario Donna-Confcommercio, il gruppo di donne imprenditrici del commercio, del turismo e dei servizi della provincia di Treviso, che rappresenta circa il 50% del comparto imprenditoriale femminile e che ho l’onore di rappresentare, ha avviato una campagna mediatica per dire NO alle aperture domenicali indiscriminate, 7 giorni su 7, in qualsiasi città, comune o paese, anche non turistico, imposto dal Decreto Salva Italia e per chiedere alla Politica un calendario ragionato ed equilibrato di aperture, in linea con le attuali esigenze di consumo.
Abbiamo dato vita ad un sito www.nontoglieteciladomenica.it e distribuito una locandina da esporre nei punti vendita, con l’obiettivo di creare un movimento di pensiero, di proporre un nuovo modello di sviluppo, tramite quella capacità di networking, tutta femminile, che contraddistingue il mondo femminile, aiutato oggi anche dai nuovi mezzi di comunicazione.

Chiedo a tutte le donne, veri opinion leader della nostra società e traghettatrici di un cambiamento che diventa ogni giorno più difficile da comprendere, di partecipare attivamente a questa campagna, inviando una mail a: terziariodonna@unascom.it, o esponendo la nostra locandina.

La questione del commercio, non è, un “affare dei commercianti”, gestito da chissà quale lobby, la questione del commercio, dei suoi orari e delle sue aperture, è una questione che riguarda tutti, la comunità intera, uomini e donne, nella loro veste di cittadini e consumatori.

Perché ogni punto vendita, ogni negozio, è un pezzo di vita, un meccanismo che fa funzionare la società, che eroga un servizio, che risponde ad una domanda, che contribuisce all’economia generale.

E dietro ad ogni negozio, ci sono, almeno nel 50% dei casi, delle donne che, al pari di tutti gli altri lavoratori che non svolgono servizi essenziali a salvare la vita umana (peraltro anch’essi ben regolamentati da turni), hanno tutto il diritto di avere almeno 1 giorno di riposo alla settimana.

Per i figli, certo, che devono essere seguiti ed educati e per la famiglia, prima cellula di una società che deve necessariamente guardare al futuro. Ma non solo.

Soprattutto per creare una società MIGLIORE , con un commercio veramente moderno ed evoluto, al passo coi tempi, non stressato da costi fissi e turni che non può permettersi, come ben ci insegnano Austria e Germania, dove poche regole, certe e condivise, ed un calendario equilibrato, garantiscono la stabilità dei punti vendita e l’equilibrio economico tra domanda ed offerta, oltre che l’occupazione di un gran numero di giovani e donne. Ma anche per creare un tessuto umano che possa contare su cittadini attivi, su famiglie, giovani e consumatori in grado di riappropriarsi dei propri spazi, di dare corso ai propri interessi, di sviluppare nuovi consumi culturali e sportivi, e non costretti, come sta accadendo ora, alle passeggiate domenicali nelle piazze artificiali dei centri commerciali, incalzati da bombardamenti ed offerte.

Ho avuto la fortuna, proprio sabato scorso, di partecipare alla NOTTE bianca denominata “Chimicamente”, un progetto organizzato dal Museo Civico di Montebelluna, leader nella didattica e nel turismo culturale.

Oltre 1000 persone, con centinaia di bambini, hanno atteso per partecipare a questo progetto che regalava una serata di intrattenimento culturale, storico, e scientifico, con il desiderio autentico di vivere una nuova esperienza e “fare qualcosa” di utile per la propria crescita.

Bene, è a questa crescita che dobbiamo puntare, per far si che si sviluppi il commercio, con le sue offerte ed i suoi servizi, ma anche per far crescere consumatori intelligenti, donne più equilibrate e famiglie più serene, con idee e valori.

E’ questo il motivo per cui diciamo NO a questo presunto sviluppo, che non crea occupazione e reddito, ma che toglie ossigeno alla già difficile vita delle donne.

Di Valentina Cremona – Presidente di Terziario Donna-Confcommercio Treviso

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