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Liberalizzazioni: “gravi ritardi e poca trasparenza”

Audizione di Rete Imprese Italia presso la Commissione Attività Produttive della Camera. “Serve un’attività costante di attuazione e monitoraggio delle riforme approvate, in particolare per lo sportello unico delle attività produttive e per quello dell’edilizia”.

Un giudizio negativo sul ritardo con cui il precedente Governo ha presentato alle Camere la relazione per l’adozione dei regolamenti di liberalizzazione delle attività economiche e di riduzione degli oneri amministrativi sulle imprese è stato espresso da Rete Imprese Italia in occasione dell’audizione presso la Commissione Attività Produttive della Camera in materia di liberia di liberalizzazioni. Per ottenere risultati è invece necessaria, ha sostenuto il soggetto unitario di rappresentanza delle pmi e dell’impresa diffusa, un’attività costante di attuazione e monitoraggio delle riforme approvate. E ciò vale, in particolare, per lo sportello unico delle attività produttive e lo sportello unico per l’edilizia. “E’ grave – ha sostenuto rete Imprese Italia – non aver innanzitutto rispettato la scadenza per l’adozione di questi regolamenti, fissata al 31 dicembre 2012, e perché il tema della riduzione degli oneri amministrativi è un tassello fondamentale nel processo di alleggerimento del peso della burocrazia sulle imprese dell’artigianato e del terziario di mercato e sul sistema di impresa diffusa che consentirebbe di liberare risorse da dedicare allo sviluppo”. Rete Imprese Italia sottolinea, inoltre, che il Governo “contravvenendo al dettato normativo, non ha fornito al Parlamento nessun elemento per individuare i settori economici che dovranno rimanere o meno soggetti a regolamentazione. L’individuazione di questi settori è, invece, fondamentale per assicurare un equilibrato sviluppo dello svolgimento delle attività economiche sul territorio. E’ pertanto necessario recuperare il ritardo accumulato e fornire al Parlamento tutti gli elementi per adottare decisioni consapevoli e non meramente notarili perché le imprese, in una situazione ancora di forte crisi economica, devono poter svolgere la propria attività in un contesto normativo certo, semplice e meno oneroso”.

 

Fonte: Concommercio.it