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La ripresa resta incerta, lo conferma l’ufficio studi confederale

L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) cala dello 0,2% rispetto ad agosto e dello 0,6% su settembre 2013. La diminuzione su base mensile deriva da una flessione dello 0,4% della domanda di servizi e da una stasi della domanda di beni. Il calo tendenziale è frutto di un -0,9% di servizi e di un -0,4% di beni.

A settembre l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra un calo dello 0,2% rispetto ad agosto e dello 0,6% rispetto allo stesso mese del 2013. E’ il frutto, secondo l’Ufficio Studi confederale, della “fragilità dell’attuale situazione economica in cui, sebbene la fase più negativa sembri superata, gli occasionali spunti di ripresa non riescono a tradursi in un sensibile recupero dei consumi che continuano a registrare una sostanziale stagnazione”.  La diminuzione su base mensile deriva da una flessione dello 0,4% della domanda di servizi e da una stasi della domanda di  beni. Aumenti dello 0,2%, sempre rispetto ad agosto, si registrano per i beni e servizi per la mobilità, per le comunicazioni e per la casa. Stabile la spesa per alimentari e tabacchi. Diminuzioni di un certo rilievo sembrano aver interessato i beni e servizi ricreativi (-0,8%), dove si è decisamente attenuata la spinta positiva proveniente dai giochi e lotterie, e per alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-0,6%). In difficoltà la spesa beni e servizi per la cura della persona (-0,3%) e per abbigliamento e calzature (-0,2%). Il calo tendenziale dello 0,6% dipende da una diminuzione dello 0,9% della domanda di servizi e dello 0,4% della spesa per i beni. Le uniche variazioni positive, su base annua, arrivano dai beni e servizi per le comunicazioni (+5,2%) e dai beni e servizi per la mobilità (+1%). Per quasi tutti gli altri capitoli di spesa diminuzioni pari o superiori all’1%.

I numeri dell’ICC di settembre